Novità Legislative

Diverse sentenze di Tribunali italiani, come per esempio il Tribunale di Roma e quello di Torino (con la decisione del 17 luglio 2022 che si allega), stanno affermando come il requisito della residenza decennale in Italia, al fine dell’ottenimento del reddito di cittadinanza, debba essere inteso come effettiva presenza del richiedente sul territorio nazionale, anche in assenza dell’iscrizione anagrafica. Per ottenere il versamento della prestazione, l’interessato può dare dimostrazione della sua presenza continuativa tramite altra documentazione come per es. certificati medici e scolastici, prospetti retributivi e estratto conto INPS oppure ancora contratti di affitto e ricevute di pagamento delle utenze. 

pdfSentenza Tribunale TO reddito di cittadinanza

 

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La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 29297/2021 del 28 settembre 2021, ha affermato la giurisdizione del Tribunale Amministrativo in tutti i casi relativi alla concessione della cittadinanza italiana per naturalizzazione. La Suprema Corte ha stabilito che le decisioni sulla cittadinanza richiesta dopo dieci anni di residenza in Italia sono caratterizzate da una ampia discrezionalità e vanno, dunque, attribuite al Giudice Amministrativo, escludendo che i ricorsi possano essere proposti alle Sezioni Specializzate sull’Immigrazione dei Tribunali Ordinari.

pdfCorte Cassazione n. 29297/2021

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La Corte Costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità dell’art. 13 del decreto sicurezza (DL 113/2018) per violazione dell’art. 3 della Costituzione.  Si tratta della disposizione che impedisce l'iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo. La Consulta ha ritenuto l’incostituzionalità sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza e per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi essenziali come la tutela del diritto alla salute.

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Con una nota del 14 aprile 2020, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti in merito al requisito della residenza in Italia per almeno dieci anni richiesto per la presentazione della domanda di reddito di cittadinanza. In particolare il Ministero ha affermato che, ai fini dell’accertamento della residenza decennale (di cui l’ultimo biennio con carattere di continuità) ed in mancanza di sufficiente documentazione anagrafica, è possibile provare la residenza effetttiva tramite ulteriori elementi oggettivi ed univoci tale da dimostrare il legame concreto del richiedente con il territorio per il periodo richiesto.

pdfNota 14 aprile 2020

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L’art. 104 del D.L. n. 18 del 17 marzo 2020 ha prorogato la validità ad ogni effetto dei documenti di riconoscimento e di identità scaduti o in scadenza successivamente al 17 marzo 2020. Per documento di riconoscimento si intende ogni documento munito di fotografia del titolare e rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, da una pubblica amministrazione italiana o di altri Stati, che consenta l'identificazione personale del titolare. Per documento di identità si intende la carta d'identità ed ogni altro documento munito di fotografia del titolare e rilasciato, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, da una pubblica amministrazione competente dello Stato italiano o di altri Stati, con la finalità prevalente di dimostrare l'identità personale del suo titolare. La validità ai fini dell’espatrio resta limitata alla data di scadenza indicata nel documento.

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La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 44 del 2020, ha stabilito l’incostituzionalità della legge sull’edilizia residenziale pubblica della Regione Lombardia nella parte in cui imponeva, al momento della richiesta, la residenza o una attività lavorativa nel territorio della regione da almeno cinque anni. Tale requisito temporale, ha ritenuto la Consulta, non risulta ragionevolmente collegato al bisogno abitativo del richiedente e contrasta con la funzione sociale dell’edilizia residenziale pubblica. Questa decisione potrebbe avere ripercussioni importanti anche su altre leggi regionali che hanno previsto requisiti simili.

pdfCorte Costituzionale n. 44/2020

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Con la Circolare del 24 luglio 2019 il Ministero della Salute fornisce importanti indicazioni in tema di iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale a seconda delle varie tipologie di permesso di soggiorno. In particolare viene ribadita l’iscrizione obbligatoria per le categorie di permessi di soggiorno temporanei introdotti dalla L. 132/2018. Per i perrmessi di soggiorno validi solo per il territorio nazionale (cure mediche ex art. 19, co. 2, lett. d-bis; calamità naturale), si segnala che non dovrà essere rilasciata la TEAM ma solo la Tessera Sanitaria. I titolari di permesso per motivi umanitari mantengono l’assistenza sanitaria a titolo obbligatorio fino alla scadenza del permesso di soggiorno. Nella circolare si rammenta infine che, in caso di mancanza di residenza, l’iscrizione avviene nel luogo di effettiva dimora indicato nel permesso di soggiorno.

pdfCircolare Salute 24.07.19

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Il Tribunale di Milano, con una decisione del 30 agosto 2019, ha ritenuto che debba essere riconosciuta la cittadinanza italiana anche alla minore che non sia formalmente convivente con il genitore che acquista la cittadinanza italiana ma che abbia, comunque, con quest’ultimo un legame effettivo di condivisione morale e materiale. Nel caso di specie la madre della minore si era allontanata dal nucleo familiare con la bambina e solo dopo diversi anni il padre era riuscito a riprendere i contatti con la figlia, passando dei periodi di vacanza con lei, fino ad ottenerne nuovamente l’affidamento da parte dell’Autorità Giudiziaria. Al momento dell’acquisto della cittadinanza italiana da parte del padre, dunque, la figlia non si trovava presso la sua residenza ma viveva con la madre. La convivenza richiesta dalla disposizione, afferma il Tribunale, non deve essere intesa nel senso della mera coabitazione ma deve caratterizzarsi in quel complesso di rapporti che attengono alla condivisione, all’aiuto materiale e al sostegno morale che, in questo caso, il padre aveva in modo fattivo mantenuto con la bambina.

pdfTribunale MI 30 agosto 2019

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 Il Tribunale di Napoli, con l’ordinanza del 10 luglio 2019, ha affermato che l’iscrizione anagrafica non costituisce presupposto necessario ai fini dell’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. L’art. 34, co. 1 D.Lgs. 286/98 stabilisce, infatti, per alcune tipologie di permesso di soggiorno (tra cui quelli per lavoro, per motivi familiari, per protezione internazionale ed attesa asilo) l’obbligatorietà dell’iscrizione nel territorio di residenza o, in mancanza, in quello di effettiva dimora. Il presupposto per l’iscrizione al SSN è, dunque, costituito dal rilascio del permesso di soggiorno.

pdfTribunale di Napoli 10 luglio 2019

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A partire dal 10/06/2019, i soggetti che hanno presentato domanda di protezione internazionale hanno la possibilità di aprire un conto di base presso Poste Italiane s.p.a. tramite l’esibizione del solo permesso di soggiorno provvisorio senza necessità di produrre anche il passaporto. Inoltre il permesso di soggiorno provvisorio sarà accettato per svolgere operazioni allo sportello sia di tipo occasionale sia nell’ambito del suddetto rapporto di conto corrente.

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